Questo il titolo del XIV convegno nazionale di pastorale giovanile che si è tenuto a Brindisi dal 9 al 12 febbraio scorso, al quale anche una piccola delegazione della diocesi di Padova ha partecipato assieme a tutte le altre diocesi d’Italia. Così da formare una bella squadra, (540 persone), per la maggior parte squadra rappresentata da giovani ma anche da preti, suore e la presenza di alcuni vescovi.
Quattro giorni davvero intensi e “profondi”. Giorni in cui ci siamo fermati insieme a parlare e a riflettere sui giovani, dando a loro la parola per ascoltarli, ascoltando alcune relazioni che ci hanno interpellato e allargato il cuore, condividendo nei gruppi le ricchezze e le fatiche che i giovani dal sud al nord in modo diverso vivono. Abbiamo ascoltato, pensato, condiviso idee e progetti, ma non mi vergogno di dire che in qualche tratto ci siamo pure commossi ed emozionati perchè abbiamo respirato a pieni polmoni la consapevolezza che il Signore ci chiede di avere: cura e amore verso i più “piccoli” di noi.
Il titolo del convegno, il cantiere e le stelle, ha fatto da sfondo al tema dei giovani.
Il cantiere. In termini di giovani siamo dentro ad un grande cantiere, ci è stato detto, un cantiere che sempre ci chiede di lavorare e di progettare insieme, di pensare in grande, un cantiere aperto e mai concluso o risolto una volta per tutte, come invece saremmo tentati di volere noi grandi. Un cantiere che sia capace di generare alla vita e generare alla fede o meglio, di generare ad una vita di fede. Ed è proprio su quest’ultima affermazione che ci siamo chiesti che cosa stiamo generando dentro alle vite dei giovani, quali sono quei luoghi e quelle esperienze capaci di essere generatrici alla vita di fede, riconoscendo, però, che non tutte le esperienze, non tutto quello che facciamo, o abbiamo sempre fatto, ha ancora l’efficacia del generare.
E poi, le stelle, la seconda parola ad accompagnare il nostro convegno. Perché ci sia ancora questa efficacia c’è urgente bisogno di progettare, di avere un sogno grande, perché il generare a che fare con il sogno. Don Michele Falabretti, responsabile della pastorale giovanile nazionale, tracciando le linee conclusive del convegno ci ha chiesto: “è davvero il nostro sogno più grande che i ragazzi incrocino la vita di Gesù?!” È forse la domanda che personalmente mi ha provocato di più e mi ha portato con il pensiero ai giovani della nostra diocesi ai tanti cantieri aperti delle nostre parrocchie, unità pastorali e vicariati. Guarda caso, domanda che la nostra diocesi attraverso gli orientamenti pastorali, proprio quest’anno ci chiede di custodire come sguardo pensando alle nuove generazioni.
E all’ora ecco alcune stelle che cominciano a brillare anche dentro alla pastorale giovanile a Padova. All’inizio dell’anno pastorale 2014-2015 il Vescovo mi ha chiesto di diventare il responsabile della pastorale dei giovani in diocesi, prendendo il testimone da d. Alessandro Spiezia. Da qui vedo la ricchezza e la complessità della nostra diocesi con i suoi vicariati e parrocchie. Si tratta ora di provare a muovere qualche passo insieme a tutte quelle realtà che coinvolgono giovani. Gradualmente sto prendendo contatto con tante realtà presenti in diocesi, ma anche ci stiamo incontrando con alcune persone rappresentative di associazioni, uffici diocesani, congregazioni religiose e, in particolare, con alcuni giovani provenienti dai vicariati, per provare a prenderci per mano e camminare insieme. Abbiamo tante realtà e ricchezze nella nostra diocesi ma spesso la fatica dell’accordarci assieme, anche solo del conoscerci tra noi, ci portano su cantieri incompiuti, con il rischio di accavallarci, di “rubarci i giovani” a scapito dei giovani stessi. Sono convinto che il mettersi insieme, l’essere e il sentirsi chiesa, non è un impoverimento per nessuno ma è un’occasione per far risaltare e moltiplicare il bene di ciascuna realtà.
Don Mirco Zoccarato