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Tutte le Diocesi del mondo, tra cui anche il nostro Ufficio di Pastorale dei Giovani, hanno inviato alla Segreteria del Sinodo dei Vescovi le risposte al Questionario che hanno fatto i Vescovi in vista del Sinodo del 2018 sui giovani (qui trovi le domande).

Inoltre, finora 130mila giovani tra i 16 e i 29 anni hanno compilato il questionario on line, attivo fino a fine dicembre 2017 (http://www.synod2018.va/content/synod2018/it.html).

Già a settembre a Roma 21 ragazzi provenienti dai diversi angoli del Mondo si sono confrontati su alcuni temi insieme ad alcuni esperti…

Alcune provocazioni  emerse dal dibattito (fonte “Jesus”, dicembre 2017):

· Chiediamo di essere riconosciuti per le nostre storie personali, individuali e non come una categoria “indifferenziata”, i “giovani” appunto. E poi nella Chiesa sembra ci sia una chiusura alla differenza, per questo nemmeno tanti si avvicinano (Ashleigh, Australia)

· C’è un abisso tra i 16enni e i 29enni, le età estreme a cui si rivolge il Sinodo (Caroline, Arabia Saudita)

· Perché nella Chiesa non si parla mai di corpo e sesso? (Therese, Belgio)

· Serve formazione sulla fede, anche in questo tempo di attentati e terrorismo (Charles, Francia)

· Importante è stimolare il protagonismo dei giovani (Victor, Brasile)

· I giovani cercano esperienze di spiritualità (Richard, Nigeria)

 

Tra gli interventi degli esperti presenti a Roma a settembre, ecco alcune considerazioni:

· Cresce il numero dei giovani che si definiscono “non credenti”; ciò è dovuto anche ad una perdita di appeal delle istituzioni religiose, anche se non mancano dei segni in controtendenza, primo tra tutte le Giornate Mondiali della Gioventù. I giovani credenti e attivi sono ormai una minoranza che esprime una fede vitale e impegnata nelle comunità locali, a seguito di esperienze positive vissute in famiglia o negli ambienti ecclesiali (Garelli, Università di Torino)

· C’è nei giovani un forte desiderio di spiritualità che non trova risposta. I millennials esprimono la voglia di essere coinvolti, il bisogno di fare esperienze positive e coinvolgenti, che producano senso e valore (Rosina, Università Cattolica di Milano)